Far funzionare l’idea

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Quanto è importante fare attività di R&S e come diventa possibile anche per le mPMI.

Una volta pensata l’idea (leggi questo articolo) si passa al modo per metterla a terra, inizia quindi il lavoro di R&S, prima valutando e poi attuando processi, organizzazione e investimenti relativi alle risorse umane, tecnologiche e finanziarie, coordinandosi con gli altri reparti dedicati ad ogni azione.

In base al “Rapporto sulla competitività” redatto dall’ISTAT nel 2018, ed in particolare guardando ai valori di investimenti in R&S per settore di interesse, gli investimenti sono evidentemente focalizzati nell’innovazione di prodotto e in settori già ad alta tecnologia, bypassando il settore dei servizi, dove principalmente operano le micro imprese.

In Italia dunque, gli investimenti in ricerca e sviluppo, indice di ricerca di efficienza da parte delle imprese, sono contenuti rispetto al resto del mondo, non riguardano le micro imprese e si focalizzano in innovazione di prodotto o comunque in settori ad alta tecnologia, escludendo il settore dei servizi.

Mama Industry promuove un nuovo modello come possibile soluzione, democratizzando le attività di R&S, rendendole accessibili anche per le mPMI.

Ne parliamo con Fabio Sericola, che si occupa di R&S e Credito d’Imposta ed al quale abbiamo fatto delle domande per comprenderne meglio il lavoro.

 

Quanto è importante innovare per le micro e piccole imprese e come è possibile farlo?

Il mercato è in continuo cambiamento e chi non sta al passo coi tempi è fuori. Aggiornarsi ed innovarsi è fondamentale. Purtroppo questo è molto difficile per le micro e piccole aziende, non perchè non abbiano idee o potenzialità, ma principalmente perchè non sanno come metterle a terra. Spesso gli imprenditori sono troppo presi dalle attività ordinarie e trascurano la strategia. Parliamo di piccole imprese che sono ancora fortemente distanti dall’innovazione, perché scarsamente digitalizzate e con mentalità, vision aziendale, modello di organizzazione e di comunicazione non al passo con i tempi. Bisogna trasmettere, anzitutto, cosa significa fare impresa oggi, in un mercato saturo di prodotti e servizi e sempre più competitivo e in continua evoluzione. Per fare questo bisogna affiancarle in un percorso di cambiamento, prima ancora che di consulenza. La consulenza tradizionale qui non ha effetto: per le realtà più piccole si parla di trasformazione digitale che parte proprio dalla cultura aziendale, è un processo più culturale e ideologico che tecnico.

 

Come si fa a capire se un progetto o un’idea sono veramente innovativi? E quindi cosa significa innovare oggi?

Nel secolo scorso essere innovativi coincideva con l’essere inventori e, su questo, abbiamo una lunga e forte tradizione. Oggi però l’innovazione non è legata solo all’invenzione di un prodotto. Il concetto è più ampio e riguarda anche l’innovazione di modello di business e di processo; è un concetto più circolare che verticale. Un’azienda per innovare deve trasformare ogni ambito della sua attività, differenziarsi dal mercato con una proposta di valore che risolva uno o più bisogni di un target specifico di riferimento, aumentare l’efficienza dell’organizzazione, digitalizzare i processi, migliorare e aggiornare le competenze del personale, comunicare attraverso le leve emotive giuste, creare un’esperienza utente. Le aziende che sanno innovare lo fanno tenendo conto di tutti questi elementi.

 

Nell’attività di ricerca si vanno anche ad analizzare i dati sensibili di un’impresa, in che modo quindi si dovrebbe approcciare con l’imprenditore in questa fase così delicata per entrare nella sua intimità professionale e aziendale?

Il nostro metodo è basato su un approccio più umano che professionale, in fondo ci rivolgiamo a piccole imprese, spesso partite iva, e quindi parliamo non di aziende ma di persone, perché l’impresa coincide molto spesso con l’imprenditore stesso; e per parlare con le persone bisogna entrare con empatia nel loro mondo, in punta di piedi, instaurando così un rapporto di fiducia che per noi è alla base del percorso di cambiamento che andremo ad intraprendere insieme. Se l’imprenditore si fida, risulta più incline all’ascolto. Ascoltando, comprende la nostra proposta di cambiamento e, quindi, collabora e partecipa alla sua realizzazione, permettendo così al percorso di sviluppo di andare oltre i confini inizialmente stabiliti.

 

L’attività di R&S porta talvolta a brevettare alcune idee, ma come si arriva a questo punto, cosa significa brevettare oggi?

Al di là dei requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, mi piace sottolineare come la possibilità di brevettare un’idea non dipenda necessariamente dal possesso di elevate conoscenze e competenze tecnico-scientifiche, l’importante è essere creativi. Spesso, le idee migliori sono quelle più semplici.

 

Quanto è importante la collaborazione strategica con il GSSI?

All’importanza del contributo nel mettere a terra le idee ed i progetti di R&S, si aggiunge quello derivante dalla validazione scientifica dei nostri progetti innovativi, fonte di enorme valore aggiunto per l’intera azienda.

 

Raccontaci uno dei brevetti ai quali sei maggiormente affezionato.

Il Mobiletto Pop, prototipo di un “commesso digitale” non invadente e che arriva dritto all’obiettivo vendita. L’idea brevettata nasce da un problema comune a molti: sempre meno tempo a disposizione ed una vita sempre più frenetica. Di conseguenza, gli acquisti devono essere veloci e mirati, preferibilmente gestiti in autonomia. Per questo, in molti esercizi commerciali vediamo apparire totem con schermo interattivo dove consultare ogni sorta di informazione sui prodotti offerti, in modo semplice e diretto. Il mobiletto Pop ne è un’ulteriore evoluzione. Ha un duplice obiettivo: espositore di beni di consumo-commesso elettronico preparato e competente, capace di guidare ed indirizzare nella scelta di acquisto; fonte di  indagini/analisi di mercato in tempo reale per incrementare al massimo le vendite e i profitti. Un innovativo espositore di prodotti, adatto a qualsiasi attività commerciale che utilizza un mobiletto smart in grado di rilevare segnali di interesse del cliente per i prodotti esposti, mediante un sistema RFID, rilevatori di movimento e telecamere biometriche. Il sistema definisce l’interesse dell’utente da un insieme di dati: movimento; rotazione della testa; prelievo del prodotto e tempo che il cliente gli dedica. Lo abbiamo testato con 6 mobiletti in diversi punti vendita e raccolto oltre 1 milione di dati.

 

Se dovessi spiegare in una frase perché il tuo lavoro di R&S è così importante per le mPMI del futuro che parole useresti?

Oggi più che mai, la sopravvivenza delle mPMI in un mercato sempre più digitalizzato dipende dalla capacità di innovarsi, cambiare approccio e vision per essere al passo coi tempi. La formazione è fondamentale, come lo è il saper cogliere le opportunità e le agevolazioni pubbliche disponibili. Le idee non mancano. La vera sfida è saperle trasformare in un risultato che funzioni.

 

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