Produttività: Strategie di Consulenza, Innovazione e R&S a misura di mPMI

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La correlazione tra produttività e innovazione è evidente. Ma come affrontano le micro e piccole imprese l’innovazione senza le necessarie risorse? La chiave è rendere la consulenza accessibile a tutte le dimensioni aziendali, soluzione non scontata, perché molti consulenti sono scoraggiati circa le difficoltà del primo incontro con l’imprenditore; difficoltà di natura sia economica che emotiva.

 

Da questa difficoltà e da questo mismatch tra offerta e domanda di consulenza per le mPMI, abbiamo proposto diverse iniziative e progetti, da “Consulente Paziente” a “Il Raccomandato, rispettivamente una community di consulenti preparati tecnicamente ed umanamente all’incontro con micro e piccoli imprenditori, e la piattaforma di matching che mette in contatto in modo semplice e veloce il mondo consulenziale con quello dei piccoli imprenditori.

 

Mama Industry da anni affianca il piccolo imprenditore nel percorso che porta ad un primo approccio all’innovazione, ma non è sempre facile il supporto sia tecnico che morale in questa primissima fase di trasformazione, perché ci si scontra spesso con la reticenza al cambiamento tipica di un mindset novecentesco. E senza il giusto approccio diventa faticoso scontrarsi con la mentalità tradizionalista del “ho fatto sempre così”, anche quando è evidente che quel “così” non basta più. 

 

Ne parliamo con Vania Curto, Project Manager di Mama Industry.

 

Cosa significa fare consulenza per le mPMI? Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?

Il nostro modello di consulenza per le mPMI si articola in due aspetti essenziali: uno tecnico e uno emotivo. Da un punto di vista tecnico, utilizziamo un approccio analitico partendo dalla valutazione dello scenario attuale dell’azienda (ASIS) per poi definire l’obiettivo desiderato tramite, ad esempio, lo sviluppo di un business model innovativo con focus non solo su nuovi prodotti, ma anche su servizi e processi, pianificando strategie aziendali che comprendano obiettivi, marketing e digitalizzazione per migliorare l’efficienza e la competitività. Durante questa fase, l’imprenditore è affiancato costantemente nel suo percorso verso l’innovazione, sia che si tratti di un prodotto entry level o più specifico.

Per quanto riguarda le problematiche, nell’affrontare questa sfida, ci confrontiamo spesso con risorse limitate, sia finanziarie che umane, mancanza di competenze e carenze in settori critici come la gestione finanziaria e il marketing. Difficoltà nell’accesso al credito, ostacoli burocratici e complessità normative costituiscono ulteriori barriere. Anche il passaggio generazionale può rappresentare un momento critico, ed infine, ma comunque da non sottovalutare, l’atteggiamento tradizionale degli imprenditori, ancorati al “si è sempre fatto così”, richiede un lavoro di fiducia ed empatia per introdurre con successo l’innovazione. In questa fase, la componente emotiva della consulenza diventa fondamentale, stabilendo un rapporto di fiducia che aiuti gli imprenditori a liberarsi dalla mentalità del novecento e ad abbracciare così il cambiamento.

 

In che situazione, professionale e personale, si trovano gli imprenditori con i quali entri in contatto?

Le situazioni sia emotive che professionali in cui si trovano gli imprenditori con i quali veniamo in contatto sono molteplici. Supponiamo per esempio che l’imprenditore abbia già sia l’idea che il modello di business, ma necessiti di un supporto nel planning e in una parte di sviluppo sia economico che finanziario. In questo caso l’’imprenditore è molto entusiasta e ambizioso perchè ha un’idea imprenditoriale innovativa, ed è anche fortemente motivato a realizzarla, dall’altra parte però è frustrato dalla mancanza di progressi o dalle difficoltà che incontra, e quindi si sentirà incerto e timoroso; in questo caso ciò che cerca in noi è certezza e supporto per dare vita al progetto e trasformare quella sua idea in un’impresa di successo. Quindi in questa particolare situazione lo aiutiamo nella creazione del business plan che descriva davvero la sua idea al mercato, la strategia e la proiezione finanziaria, nonché lo aiutiamo nella ricerca di finanziamenti per avviare la sua attività. 

 

Situazione diversa invece è quando l’idea non esiste o non è chiara o quando c’è ma necessità di capitale e investimenti per essere finanziata, o va implementata attraverso nuove strategie e tecnologie; in questo caso la consulenza va oltre il planning e la parte economico-finanziaria, ma parte da uno studio nuovo: il business modelling. L’imprenditore in questa circostanza è ambizioso e desideroso di far crescere la sua azienda quindi è in cerca di ispirazioni, di idee valide, ma anche preoccupato dai rischi associati all’espansione, e ha quindi bisogno di supporto per sviluppare una strategia di crescita efficace, e anche degli strumenti giusti. In questa circostanza l’imprenditore si trova in una fase di transizione sia personale che professionale e di cambiamento importante, e pertanto in questo contesto incerto e in continua evoluzione necessita di una guida. La consulenza in questo caso parte dal brainstorming e dalla ricerca di mercato, per poi passare ad una valutazione delle idee e alla definizione del business. 

 

Pensare l’idea giusta, come si svolge questo processo prima di analisi e poi creativo e soprattutto come si può introdurre in un’azienda commodity l’innovazione?

Lavorando con micro e piccole imprese, tra i nostri clienti ci sono diverse aziende commodity, ed è una grande soddisfazione vedere l’entusiasmo negli occhi degli imprenditori dopo che il loro sogno diventa reale, o comunque quando intravedono una soluzione efficace, e questo è possibile introducendo l’innovazione a 360°, un’innovazione che con noi è alla portata di tutti. Quello che ci contraddistingue è proprio il saper trovare la soluzione giusta per ogni tipo di azienda attraverso un mix di competenze. E’ come inventare una ricetta nuova ogni volta con ingredienti neanche minimamente pensati, oppure quando gli ingredienti invece ci sono è trovare il modo migliore per mixarli tra loro per arrivare alla ricetta perfetta.  Si instaura un rapporto di fiducia reciproco, anche noi ci fidiamo delle intuizioni degli imprenditori, quando sono buone, sono come dei semilavorati che vanno perfezionati costruendoci attorno un progetto valido.

 

In che modo presenti il progetto al fine di persuadere l’imprenditore ad abbracciare l’iniziativa? Qual è l’approccio giusto, più tecnico o più empatico?

La persuasione riguarda più la fase iniziale, è più competenza del commerciale che deve convincere il cliente ad affidarsi; quando arriva da noi è quasi se fosse già persuaso; sono del parere che non sempre bisogna assecondare il cliente, nel senso che non sempre presentiamo il progetto nel modo in cui l’imprenditore si aspetta. La nostra è anche una funzione educativa. Educare a fare impresa, siamo come un coach che spiega cosa bisogna essere fatto nel suo interesse. L’approccio è comunque empatico, più che tecnico, di mentorship, raccontiamo all’imprenditore il progetto, come se fosse una storia in cui deve riconoscersi, utilizziamo una narrazione coinvolgente, immagini accattivanti,  per fargli comprendere esattamente il valore del progetto mostrando tutta la nostra passione; il suo progetto diventa il nostro e quindi l’entusiasmo diventa contagioso e può davvero convincere l’imprenditore a investire in quell’idea; e ovviamente cerchiamo poi di rispondere in modo chiaro, sicuro ed esaustivo a tutte le sue domande per rassicurarlo. Più che persuasione è motivazione.

 

A quale progetto sei particolarmente legata?

In ogni progetto fondamentalmente ci immergiamo con entusiasmo, personalmente cerco di dedicare anima e corpo per realizzare il sogno del cliente. L’obiettivo è tradurre quella che è la sua visione in una realtà tangibile combinando teoria e pratica con la sapienza, quindi cerco di ascoltarlo attentamente, di capire le sue esigenze analizzando il suo contesto per proporre soluzioni innovative, assolutamente personalizzate. In ogni progetto c’è l’anima dell’imprenditore per il quale è realizzato. Una cliente tempo fa mi ha detto che per realizzare il suo sogno imprenditoriale ha dovuto sacrificare la famiglia, questa cosa mi ha colpito profondamente, e allora quel progetto diventa la sfida e i sacrifici di quella persona, assume forma e sentimenti. Ogni progetto ha la sua storia e la sua anima.

 

Se dovessi spiegare in poche parole perché il tuo lavoro di project manager è così importante per le aziende del futuro come lo racconteresti?

In un futuro di sfide e cambiamenti repentini il project manager assume un ruolo chiave per le aziende; come un abile regista coordina le diverse anime del progetto garantendone la coesione, per questo possiede doti non solo tecniche ma  anche umane; deve saper ispirare la squadra, motivarla a superare l’ostacolo. Il project manager è un collante che tiene unito il team che, con tenace perseveranza, tiene saldamente il timone cavalcando le sue onde nell’incertezza e approdando al porto sicuro del risultato.

 

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