Chi fa cosa. L’importanza dell’execution nel percorso di cambiamento e innovazione delle mPMI.

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Un percorso di cambiamento può essere lungo e tortuoso, a volte come scalare l’Everest, ma poi vale la pena raggiungere la vetta. Per affrontarlo bisogna essere preparati e soprattutto organizzati, seguendo una tabella di marcia che scandisca tappe e tempistica per raggiungerle. Nulla è al caso. Pertanto, concretizzare un progetto richiede un’impeccabile esecuzione basata su un piano preciso, essenziale per ottimizzare sia i costi che i tempi, permettendo di raggiungere gli obiettivi in modo tempestivo e con successo.

 

In un Paese come il nostro orientato alla creatività, patria di grandi inventori, le idee che fanno parte del nostro DNA non mancano, spesso ciò che manca nelle mPMI è proprio il sapere metterle a terra, l’organizzazione, la divisione dei compiti; quello che manca è l’importanza, spesso sottovalutata, dell’Execution.

 

Ne parliamo con Marco Lombardi, Project Manager di Mama Industry.

 

Sono più importanti le idee o i progetti per metterle a terra? Cosa crea valore aggiunto: l’ideazione o l’esecuzione?

La fase iniziale di consulenza e innovazione è fondamentale, ed anche le idee sono fondamentali così come un buon progetto studiato per realizzarle. A volte però c’è un grande abisso tra il dire e il fare, ciò che viene brillantemente pensato o creativamente ideato non è sempre facile da concretizzare. E qui entra in gioco il mio lavoro che dà valore aggiunto al progetto proprio perché garantisce la sua messa in pratica, ovvero trovare ed organizzare le risorse finanziarie, tecniche ed umane per il raggiungimento dell’obiettivo. Senza un piano d’azione preciso si rischia che un’idea decada senza trovare forma o che comunque si perda il suo potenziale senza sfruttarlo al massimo; e questo avviene di frequente nelle mPMI, essendo tipicamente italiana la genialità dell’idea ma che spesso non viene supportata da una adeguata progettualità.

 

Come un allenatore che segue pedissequamente un programma per i suoi atleti così un manager affianca l’imprenditore nel percorso di cambiamento.  Quanto è importante l’organizzazione delle attività nelle piccole imprese?

Le micro e piccole imprese ad oggi non sono così strutturate per affrontare un processo di cambiamento, per questo sono ancora fortemente distanti da dinamiche di innovazione, quindi il sapersi organizzare diventa fondamentale in un processo di trasformazione ed evoluzione. Mama Industry affianca queste imprese passo passo nella programmazione di tutte le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase di consulenza, coordinando tutti gli stakeholders che ruotano intorno al progetto. Ovviamente non avendo all’interno manager dedicati alla gestione di un progetto ci facciamo carico noi di questo compito. Le mPMI, infatti, si concentrano in particolar modo a sviluppare determinati reparti come amministrazione, commerciale, produttivo, dedicando qui la maggior parte delle proprie risorse, con focus sull’operatività presente e senza una progettualità futura.

 

Una buona execution viene applicata trasversalmente a tutte le funzioni aziendali, qual è la strategia per attuarla?

Una buona strategia è sicuramente connettere tutte le attività aziendali per metterle a disposizione del progetto in modo sinergico., ma non sempre, soprattutto le mPMI, ce la fanno in sourcing, per cui Mama Industry fornisce questi servizi/attività mancanti in outsourcing. L’importante è che ogni fase progettuale venga sviluppata con le competenze e gli strumenti adeguati, che possono essere in un primo momento forniti esternamente all’impresa ma poi inseriti man mano nella struttura aziendale; è capitato di aziende supportate ed affiancate da noi all’inizio e poi formate e strutturate in modo tale da proseguire il percorso con le proprie forze/risorse, arrivando in alcuni casi a far gestire i progetti da manager esterni selezionati da noi per questo ruolo specifico.

 

Andiamo alla parte emotiva. Quali difficoltà comporta prendere in gestione il progetto al posto dell’imprenditore? E come si risolve?

Sostanzialmente si tratta di empatia, il ruolo di project manager è piuttosto complesso perché ci si va a rapportare con diversi stakeholders, dai fornitori ai dipendenti esterni, ai clienti e all’imprenditore stesso. Quindi la gestione e l’operatività vanno programmate considerando tutte queste persone che vi ruotano attorno. Quindi il grado di empatia è fondamentale, perchè se prima ho parlato di connessione delle attività qui si tratta di qualcosa di altrettanto delicato ed importante, e non scontato come la connessione tra le persone. 

Personalmente cerco di costruire un rapporto di fiducia con l’imprenditore, ascoltandolo, e poi cercando di farlo ragionare, motivando le nostre scelte e portandolo al nostro obiettivo. La resistenza si trova più all’inizio, ci si scontrano di più i miei colleghi consulenti che devono proporre l’innovazione e non è sempre facile, io trovo un imprenditore più morbido e propenso al cambiamento, ma anche qui mi “sostituisco” a lui con molto tatto, rendendolo partecipe di ogni decisione ed azione, così da farlo sentire rassicurato; in fondo stiamo scommettendo entrambi sullo stesso progetto.

 

Se dovessi spiegare in poche parole perché il tuo lavoro di project manager è così importante per le aziende del futuro come lo racconteresti?

Basta parole andiamo ai fatti. Io rappresento i fatti, il piano esecutivo per mettere a terra le idee. Sono il garante della tabella di marcia da seguire per raggiungere gli obiettivi nonostante gli slittamenti che possono esserci per gli imprevisti di percorso. Una buona organizzazione è già metà dell’opera.

 

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